5%&fanzi

Nasce come il blog degli appuntamenti a fumetti che vengono realizzati tra Sacile PN e il resto del mondo , e che hanno come artefici: il circuito di autori e appassionati che gravita tra Fiori nel tunnel, Fumeron , il Progetto Farzine e Cicona Fumetto,nel tempo siamo cambiati ,ed abbiamo aggiunto uno sguardo su quello che si muove in giro . ciao Vincenzo Bottecchia

Wednesday, December 14, 2016

Narrazioni in forma di nuvole, la piccola storia del fumetto a Sacile, tre!

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Il modello Sacile, tra curve, anse e mulinelli, l'arte di far fumetto sulla Iivenza
Dalla montagna ritorniamo alla pianura riprendendo il discorso sull’orizzonte che il territorio disegna sul panorama fumetto.
Una delle difficoltà di Pordenone è di riuscire a costruire una “Scuola pordenonese di fumetto”, sono esistite ed esistono varie ed articolate esperienze, illustrate bene da Paola Bristot in “Parlare di fumetti a Pordenone” (Atti dell’Accademia San Marco 2007), ma nessuna che si caratterizzi come una realtà formativa unica, tale da definire un stile pordenonese.
Siamo ormai alla terza generazione di autori pordenonesi, molti della seconda e terza generazione sono andati a “bottega” da Davide Toffolo piuttosto che da Giancarlo Tenenti, adesso sono i vari: Paolo Cossi, Marco Tonus o Matteo Corazza che accolgono i potenziali nuovi autori.
Viva Comix piuttosto che il circolo Eureka hanno proposto corsi di fumetto, i vari progetti giovani promuovono momenti di formazione nei loro spazi come fa la Casa dello studente, Circolo Culturale Casa Antonio Zanussi.
A mio giudizio, in rapporto alla popolazione della nostra provincia e alla ricchezza dell’offerta culturale, manca un progetto organico che metta insieme come docenti i professionisti pordenonesi e che coordini specifici momenti di formazione nel fumetto, ma questo è un pensiero, un desiderio destinato a rimanere tale.
Un appunto che potrebbe divenire sistema è sicuramente il ruolo che L'archivio del fumetto d'alta quota PAOLO COSSI potrebbe svolgere in una sinergia con PAFF ( https://www.facebook.com/paffpalazzofumetto/?fref=ts), la visionaria idea di Giulio De Vita che non demorde e continua ad immagginare per Pordenone uno spazio per le arti a 360°.

Sacile, Caneva, Prata di Pordenone, Morsano al Tagliamento, San Vito, Casarsa della Delizia, sono stati alcuni dei comuni pordenonesi che attraverso i loro progetti giovani hanno dato spazio al fumetto, permettendo la nascita di esperienze imprenditoriali organizzate e di qualità come quella di visto Fame in prima linea e punto di riferimento per il bacino della bassa pordenonese.
Su un fronte diverso, ma molto importante per l’opportunità del territorio, dei giovani e degli appassionati di incontrare il mondo del fumetto, fu la nascita della prima sagra dedicata al fumetto: Fiumettopoli a Fiume Veneto.
Nei primi anni passarono in questo piccolo comune del pordenonese, personaggi del calibro di Quino, Silver, Cavazzano e tantissimi altri, una formula non sempre azzeccata, che metteva insieme una sagra di paese con il fumetto che faticava sempre a trovare una sua cifra stilistica, la concomitanza con Pordenone Legge non aiutava certo la visibilità e il decollo.
Anche questa esperienza ha avuto i suoi alti e bassi cercando sempre una correzione di rotta a volte facendo prevalere l’aspetto della mostra mercato del fumetto a volte puntando sul mondo dei cos player.
Si è cercato di definire grazie a Safarà, una delle esperienze più attive nel pordenonese come fumetteria, spazio giochi e editoria, una formula diversa che rilanciasse l’evento. Venne coinvolto anche Valentino Sergi, sacilese, appassionato di fumetto, autore di racconti, saggista, giornalista e sceneggiatore, proponendo una formula più centrata sul mondo “puro” delle case editrici e degli autori, ma, come tutte le cose che cambiano format in itinere dopo aver definito una propria identità, il rischio è di non essere capiti e di dover ripartire quasi da zero.
Infatti, siamo arrivati anche alla chiusura dell’esperienza Fiumettopoli, ulteriore conferma che se da un lato il mix con diverse proposte può essere un buon viatico per iniziare un percorso originale nel mondo del fumetto, nel tempo l’esperienza deve darsi una forma di vita autonoma, imprenditoriale e convincente, altrimenti muore.
Questo in breve il panorama di movimento nel primo decennio del 2000, in merito al fumetto nella nostra provincia, Sacile, invece, decide di ritagliarsi in questo fermento uno spazio distintivo legato alla formazione.
Come accennato, si mette insieme la mission dei progetti Giovani che a Sacile trovano spazio fisico al Centro Zanca, con la “fame” di fare fumetto che ha una sua forte valenza in quel momento. Siamo dal punto di vista storico verso la coda del fenomeno “Manga” inteso come espressione totalizzante o comunque prioritaria di un genere che aveva contaminato, giustamente, il mondo del fumetto mondiale.
I Kappa Boys avevano realizzato tra il 1999 e il 2007 una decina di storie autoconclusive dedicate a Lupen terzo, Barbara Canepa, Alessandro Barbucci, Elisabetta Gnone inventano Whitch, nasce Monster Alergy definendo uno stile che contamina il tratto verista occidentale con le intuizioni e i codici stilistici, propri del disegno manga.
A lato ricordo che proprio in una delle edizioni di Fiumettopoli, fu presentato l’omaggio a Lupen terzo, realizzato dai Kappa Boys per Kappa edizioni, che ha visto tra gli autori la pordenonese Sara Colaone.
Tutti i diversi approcci intorno al fumetto sperimentati in giro per la provincia di Pordenone, si riuniscono nel 2003 a Sacile, prende il via il primo corso di fumetto con una quindicina di partecipanti, un corso strutturato su una decina di lezioni che contava sulle docenze di Paolo Cossi, Sara Pavan, Marco Tonus.
Un esperimento di docenza collettiva, in cui si valorizzavano gli stili dei diversi insegnanti e che si poneva un obiettivo importante: rendere visibile il lavoro dei partecipanti.
La forte valenza educativa di questo corso di fumetto, era data dalla progettualità condivisa con gli educatori del Centro giovani del Comune di Sacile, lo Zanca, di proporre un percorso rivolto ad adolescenti che permettesse loro di raccontarsi e raccontare.
Nasce quindi l’idea di raccogliere i lavori in una fanzine sfruttando le competenze di Cossi e Pavan ex autori di Pupak e Tonus degli Aguagnamagnana.
Un’azione pilotata sicuramente, destinata a un gruppo di giovani, già alfabetizzati nelle nuove tecnologie ma ancora capaci di immaginare il fascino della carta.
Autori di un’indagine tra i loro coetanei, i ragazzi scoprono che solo il 5% degli intervistati conosce il significato di fanzine (fans & zine, semplicemente rivista per appassionati) e la sua funzione.
Oltre al corso, all’imparare a fare fumetto, i partecipanti sono invitati a darsi una progettualità condivisa rispetto alla pubblicazione e costituirsi come un vero comitato di redazione.
Nasce così 5%&fanzi, una fanzine che uscirà con scadenza annuale per 6 numeri per poi sparire nelle varie difficoltà, del crescere e diventare grandi, dei ragazzi coinvolti.
La pubblicazione dell’elaborato finale, con la raccolta dei lavori realizzati divenne la prima fanzine, rigorosamente in fotocopia e bianconero, con il coinvolgimento delle attrezzature del centro, il montaggio “artigianale” e la presentazione epocale.. almeno per il gruppo di lavoro, che in pochi mesi si scoprì capace di realizzare qualcosa di proprio ed originale.
Il premio del loro lavoro fu la possibilità di esporre gli elaborati, allestire la mostra e gestirla all’interno dello spazio dei Mulini a Portogruaro, ospiti del Festival Orchestrazione.
Nel piccolo territorio di Sacile il fumetto diventa un “fiume in piena” ed ecco che il liceo Pujatti chiede un corso di fumetto, si organizza la presentazione del libro di Paolo Cossi Modotti e si incomincia a viaggiare: fuori provincia presentazioni a Oderzo (Tv) ed a Bologna del libro Modotti di Paolo Cossi; a casa, in provincia di Pordenone, laboratori di fumetto a Spilimbergo ed Aviano coinvolgendo i docenti del progetto di Sacile che aveva assunto il nome di Farzine, in riferimento al percorso delle autoproduzioni.
Nel contenitore espresso nello Zanca, propongo dei progetti paralleli, dove intendo costruire un modello diverso di scuola di fumetto, incrociando concorsi, corsi e confronto tra giovani e professionisti del fumetto sia regionali che nazionali.
Nascono quindi Matite sulla Livenza e Sacile Quack, mentre continuano i corsi di fumetti rivolti ai più piccoli con la realizzazione di una loro fanzine:China Club.
China Club attinse a un diverso gruppo di formatori quali: Matteo Corazza e Gianluca Macconi che curarono particolarmente il lavoro di avvicinamento al racconto a fumetti con un linguaggio vicino a questa fascia di età.
A questo punto il tutto doveva avere un nome che comprendesse l’insieme dei percorsi presenti ed attivi, visto che continuavano anche dei percorsi di formazione nei diversi istituti scolastici, sorge: “Sacile Fumetto”.
Matite sulla Livenza era un’ex tempore dedicata al fumetto su tavole giganti, l’obiettivo dei partecipanti risaltava la realizzazione di una storia in modo originale e creativo, su tema dato collegato al rapporto tra Sacile e il suo fiume: La Livenza.
Particolarità del concorso viene dalla giuria che ad ogni edizione propose come presidente un autore di fumetti della provincia di Pordenone affiancato da una persona della cultura sacilese.
Con questa formula volli scardinare il concetto di fumetto per specialisti e rimarcare la sua dimensione culturale, infatti il giurato esterno poteva essere un’artista del bronzo, un poeta, uno scrittore, un fotografo, ecc. a cui veniva chiesto di valutare i lavori anche a partire dalla sua cifra espressiva.
Negli anni in cui fu attivo, il concorso ha dimostrato di essere un banco di prova originale, anche se impegnativo; la formula “dal vivo” permette agli autori di lavorare insieme, confrontarsi con gli altri partecipanti e la giuria, per tutta la durata del concorso.
Si aggiunga che veniva offerto dall’organizzazione, La Pro Sacile, un buono pasto o un cestino per il pranzo, in modo che i partecipanti continuassero anche durante la pausa a stare insieme e conoscersi.
Un ultimo dettaglio, non banale, la performance, veniva proposta al’interno della Fiera primaverile degli uccelli, con l’obiettivo di presentare uno sguardo fantasioso, giovane e originale, ad un evento che rappresenta una tradizione per il territorio.
Tra gli autori di fumetto che diedero il loro contributo alla giuria, ricordo Paolo Cossi, Sara Pavan, Marco Tonus, Sara Colaone, Giulio de Vita, Matteo Corazza, Eugenio Belgrado.
I lavori realizzati diventavano mostra che veniva allestita nei giorni successivi al concorso e riproposta nell’arco dell’anno negli spazi dello Zanca.
I partecipanti erano divisi in due categorie: 11/16 anni e 17/30, la provenienza era eterogenea sia locale, regionale e dal Veneto in particolare dalle provincie di Venezia, Treviso e Padova, ad ogni evento partecipavano dai 15 a 20 autori.
Non ho mai parlato della differenza tra maschi o femmine, nel fumetto; nella mia esperienza viaggiando tra mostre, corsi e concorsi ho visto sostanzialmente un equilibrio tra maschi e femmine nella partecipazione ai corsi, una prevalenza femminile nella partecipazione ai concorsi e un sostanziale equilibrio tra quelle persone che hanno deciso di fare del fumetto o del suo corollario, una scelta professionale.
Un dato che sarebbe interessante sviluppare, ma questa non è la sede, è l’identità femminile o maschile e la sua rappresentazione nella produzione a fumetti.
Da lettori, penso che ognuno possa farsi un’idea dello sviluppo del ruolo e delle sue differenze identitarie presenti nei vari generi narrativi nel fumetto.
Ho sempre sostenuto la valenza educativa, di formazione, di approfondimento del fumetto e penso non sia neutra una storia in cui il personaggio principale sia maschio oppure femmina.
E’un dato, il femminile narrato da un autore è diverso da quello raccontato da un’autrice; sensibilità, percezioni, dettagli, costrutti culturali, concorrono a trasferire nella narrazione modelli diversi, costruzioni narrative differenti anche se non penso si possa parlare di un fumetto al femminile o al maschile.
Il mercato rispecchia la sociètà, se il fumetto e uno strumento narrativo, può narrare tutto e di tutto, ma quando racconta la realtà si confronta con quello che la stessa rappresenta.
Riguardo alla dimensione dl mio confrontarmi con il fumetto, ho le mie simpatie o meglio ho le mie narrazioni di formazione che passano attraverso Valentina, Corto Maltese, Tex, Tavors, L’Eternauta e le rimpiante riviste come Corriere dei ragazzi, Il giornalino, Messaggero dei ragazzi, Skorpio, Lancio Story e fermiamoci qui per non scendere nella lacrima facile.
La mia progettazione con l’utenza che preferisco, il mondo giovanile preadolescenziale o adolescenziale, è passata particolarmente attraverso due personaggi: Piera di Davide Toffolo e Corto Maltese di Hugo Pratt.
Due modelli narrativi sia rispetto a una caratterizzazione di personaggio in senso femminile/ maschile, ma anche in una riflessione di adolescenza/adultità…se mai Corto Maltese può definirsi adulto.
Quando Davide propose Piera degli Spiriti mi colpì subito la complessità e nello stesso tempo la leggerezza delle storie presentate, adolescenze di una normalità disarmante, narrazioni di maschere contrapposte a ruoli dei grandi, una lettura puntuale di quel preciso momento ma che considero ancora attuale.
Diversa da Valentina di Crepax o Miele di Manara era la narrazione di un divenire femminile di una normalità sconcertante in cui era facile identificarsi.
Corto Maltese sembra non essere mai stato adolescente, ci prova Paolo Cossi a narrarlo attraverso il suo “alter ego” Hugo Pratt, adulto irresponsabile, eroe e viaggiatore, Indiana Jones e gentiluomo tormentato, insomma un personaggio dentro “Una matura Giovinezza” come lo definì Luca Boschi.
Corto Maltese è una figura di adulto incompleto, ma ricca di fascino proprio per questa sua incapacità di crescere e quindi un perfetto stereotipo per un personaggio a fumetti.
La loro diversità, la particolarità delle storie in cui sono inseriti, l’epoca diversa posizione della loro pubblicazione, mi sono serviti spesso sia come confine, che ad orientarmi attraverso diverse formule di costruzione dei progetti rivolti al mondo giovanile.
Esco da queste divagazioni, che comunque sono funzionali a definire perché il modello Sacile ha avuto determinate caratteristiche, per riprendere la presentazione di un altro filone del progetto Sacile Fumetto.
Sacile Quack, è il terzo tassello del progetto, l’obiettivo era permettere l’incontro tra uno dei grandi autori del fumetto Italiano e i giovani.
Anche in questo caso andammo recuperare una formula vincente: quella della residenzialità; l’idea era quella di permettere ai partecipanti di frequentare una tre giorni di formazione con l’autore, studiando, realizzando e confrontandosi con lui e la sua esperienza.
Il valore aggiunto era la possibilità di condividere full time questo percorso, perché i pasti venivano consumati insieme e su indicazione del Centro Zanca si poteva anche partecipare a degli eventi in zona.
Furono docenti degli autori con diversa formazione e che rappresentano un po’della complessità esistente in Italia nel panorama del fumetto: Giuseppe Palumbo, Massimo Bonfatti, Luca Salvagno, Francesca Follini e Michele Ginevra, Gianluca Costantini, Gabriella Giandelli, Francesco Frongia e Giorgio Trinchero.
Dopo l’iniziale utilizzo degli spazi dello Zanca ci si sposta per la tre giorni alla Country House due fiumi, dove l’accoglienza e la cornice furono sempre di grande aiuto.
Anche su questo andammo ad introdurre un aspetto importante di questo tipo di esperienza; la valorizzazione del territorio, delle sue eccellenze in una logica di sinergia tra pubblico e privato.
La media dei partecipanti fu di 15 persone per edizione, anche in questo caso si creò un percorso di fidelizzazione rispetto al progetto con uno zoccolo fisso di 6/8 iscritti del territorio, ma con partecipazione anche da provincie vicine.
Un elemento che accumuna tutte le proposte di Sacile Fumetto, fu lo sguardo rivolto al collezionismo; infatti per ogni corso e concorso proposto furono realizzati delle stampe a tiratura limitata, di un disegno autografo originale del presidente della giuria o del docente con tema un aspetto storico/paesaggistico del sacilese.
Sacile si trovò così ad avere un portfolio di cartoline inedito e originale.
Questa formula è stata ripresa da altri eventi come a Godega Fumettto.
Sacile fumetto non esiste più come contenitore organizzato, esiste un corso di fumetto all’interno dello Zanca.
Le cause dello stop sono diverse, provo a illustrarle.
La prima e più importante è legata al divenire grandi dei partecipanti al progetto, il muoversi lo spostarsi, l’università, la specializzazione, gli Erasmus, portano i ragazzi a divenire nomadi e a concentrarsi su altro.
Alcuni hanno continuato a produrre, altri si sono persi per strada e fanno qualcosa di diverso.
Non tutti hanno continuato a studiare ma alcuni hanno incominciato a lavorare, sono diventati imprenditori, professionisti, genitori ed il fumetto come produzione, è passato in secondo piano.
Perderli ha significato non avere più il cambio generazionale che potesse mettersi in gioco e divenire formatore di nuovi autori, creando un percorso di continuità.
La seconda motivazione è legata al ruolo dell’ente pubblico, come promotore, molte delle esperienze che si sono chiuse hanno questa caratteristica, il venire meno della motivazione del pubblico a sostenere questo progetto.
Scelta legittima, anche se non condivisibile, quando si viene a perdere una capitale di persone, materiali ed immagine così importante, perché legato allo sviluppo, alla crescita al coinvolgimento attivo dei giovani del territorio.
Ultima annotazione, la riuscita di un percorso rivolto ai giovani si basa su un presupposto di continuità, bisogna credere in quello che si è messo in moto, specie se sta portando risultati significativi.
In tutti i progetti condivisi ho sempre previsto l’assunzione di responsabilità da parte dei giovani partecipanti al progetto.
Assunzione e di responsabilità che significa prendersi carico della gestione degli spazi, dell’inventiva, delle idee, divenire altro dal gruppo di amici o di appassionati, diventare associazione o altro, crescere insomma.
Purtroppo non sono riuscito a vedere questa crescita di gruppo, la passione trasformata in risorsa, la restituzione al territorio del suo investimento.
Sacile 14 dicembre 2016
V.B.

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