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Nasce come il blog degli appuntamenti a fumetti che vengono realizzati tra Sacile PN e il resto del mondo , e che hanno come artefici: il circuito di autori e appassionati che gravita tra Fiori nel tunnel, Fumeron , il Progetto Farzine e Cicona Fumetto,nel tempo siamo cambiati ,ed abbiamo aggiunto uno sguardo su quello che si muove in giro . ciao Vincenzo Bottecchia

Friday, December 15, 2006

PAOLO COSSI A GEMONA

PAOLO COSSI RACCONTA IL TERREMOTO
Mostra di tavole originali a fumetti
Dal 23 dicembreOrario di apertura: giorni festivi, 11-13 / 15.30-19
Ingresso libero
LA GALLERIA DELLA CINETECA
Piazza Municipio 2, Gemona
Questo spazio espositivo, che la gemonese Grazia Levi ha messo a disposizione della Cineteca, è utilizzato per mostre, lezioni, incontri con cineasti, critici e storici del cinema, rivisitazioni dei classici dello schermo.


DI TERREMOTO E TERREMOTI

Paolo Cossi folletto del fumetto, adolescente ricercatore, insoddisfatto sperimentatore, Paolo Cossi 26 anni, autore di libri, di biografie di personaggi viventi e non, persone uniche, che hanno lasciato un segno, che hanno determinato la storia, che sono storia.Ed è la storia, le vicende narrate o meglio gli accadimenti divenuti proprietà di molti, che costituiscono l’incipit perché questo patrimonio incroci le dinamiche della comunicazione per svolgere il ruolo che le compete, permettere la sopravvivenza della memoria collettiva.In questa dinamica entra in gioco, con autorità, il fumetto con la sua complessità di elementi narrativi, stilemi e forme, tratti e colori.Il fumetto come veicolo di trasmissione, il fumetto come sperimentazione, il fumetto come strumento di narrazioni e sintesi di emozioni.Non c’è più il Paolo Cossi dell’ironia di Corona, del grottesco di Liut o di Osinan, dei sogni narrati di Tina Modotti, c’è un narratore crudo che, nell’essenzialità di una narrazione per quadri, evoca il vissuto dei momenti, i sentimenti delle situazioni.Il libro rappresenta un’ulteriore evoluzione delle intuizioni sperimentate in altri lavori di Paolo come Una Bomber o La Storia di Mara, introducendo elementi che avvicinano l’opera a quella che negli Stati Uniti è definita Graphic Novel. È un libro che sfrutta le possibilità dell’arte sequenziale per sfruttare la plasticità dell’esecuzione a finalità di illustrazione.Non è quindi un libro di fumetto in senso classico, è piuttosto una narrazione per immagini che attinge a piene mani alla flessibilità narrativa del fumetto.Per fare questo mixa immagini con taglio fotografico, tecniche di illustrazione finalizzate a dare profondità alla vignetta, tratteggi così impressi sulla carta che sembra di toccarli, scale di grigi enfatizzate a dare tono e colore ai movimenti delle vignette.Pur mantenendo una staticità narrativa, è una narrazione per sequenze, anche se si sperimentano la tutta la gamma di formule, dalla striscia alla pagina di micro vignette. È il racconto di simboli, come i campanili, contemporanei alla testimonianza di persone, che rifiutano di abbassare la testa e, assoluti in un mondo di rovine, si stagliano con orgoglio nel panorama di devastazione.Paolo racconta molto bene gli istanti, è un sguardo sui dettagli, su quello che era la vita prima e quello che significherà dopo.Strane cartoline quelle che Paolo illustra nel libro, un mondo ancorato a ritmi e vissuti, fuori dal tempo prima, a drammi nel caos della situazione, dopo; ma tutto si riconduce alle persone, persone che vengono oltraggiate, graffiate dagli eventi… guardate i cieli: non è un tratteggio quello che si vede, è una nuova condizione che, in tutta la sua drammaticità, si prepara a strappare il velo dell’esistenza di una terra per portarla alla cronaca… mai come prima.La mostra è stata strutturata in modo dinamico, mettendo insieme tutti gli elementi per aggregazioni di quadri, aggregazioni che hanno un ruolo indipendentemente dal senso di lettura e dal punto di partenza.Ancora la metafora del terremoto, evento che sconvolge la visione precedente, la quotidianità, le certezze, per introdurre, comunque, un nuovo modo di percepire la realtà trasformata.La cronaca raccontata in questa mostra trova luce e risalto nella necessità di riconoscere, nelle rovine, gli elementi della storia che, anche se distrutti, modificati, trasformati, sopravvivono perché appartengono alla sfera delle persone, ai loro sentimenti. – Vincenzo Bottecchia



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