Riprendo alcune
riflessioni che pubblicai in occasione della mostra “ Tutte le donne di Paolo Cossi
“ a Brugnera nel 2010.
Un anno ricco di riconoscimenti alla professionalità di
Paolo Cossi , autore di fumetti originario di Brugnera che da anni vive in
Valcellina, Pn.
Venerdì 20 luglio alle ore 21.30 in piazzale Fellini,
nell'ambito di Cartoon Club 2012 si è tenuta la cerimonia di
consegna del premio per il concorso Fede a Strisce, dove il fumetto
non si sottrae alla ricerca del sacro, al senso del Mistero, alle suggestioni
della fede, alle espressioni del sentimento religioso. Il Premio è un
riconoscimento unico di questo genere in Italia, che viene assegnato all’opera
edita in Italia che ha saputo meglio comunicare, attraverso il fumetto, valori
religiosi.
Ha vinto Paolo Cossi con Ararat. La montagna
del mistero ( Hazard 2011): “Per l'allusione, le tematiche forti, il
senso di ricerca, all'interno di una storia che riporta alla luce la tragedia
degli Armeni”.
Interprete della tradizione del fumetto oggi codificata in
quello che sono Graphic novel, Cossi sviluppa nei suoi libri tematiche di ampio respiro e narrazioni coinvolgenti.
E’un percorso continuo fatto di tratteggi e mezzetinte,
sperimentazioni su materiali e dall’altra sensibilità, attenzione che si realizza
in storie che possono narrare di tutto: amore, amicizia, guerra, tragedie,
montagna, ecc. sempre in un atteggiamento di dialogo con il lettore, senza
retorica o pretesi moralismi.
Forse, nei suoi lavori, è presente un intento pedagogico, sicuramente è la
padronanza dello spirito del fumetto che affascina il lettore e lo costringe a
uno sforzo d’interpretazione continuo, tra riprendere, rileggere e rivedere la
storia raccontata.
Cossi, ha con la vita un approccio leggero ma coinvolgente e
questo gli garantisce la grinta e lo spirito necessario a raccontare storie in
modo complesso
E’ una dimensione di religiosità testimoniata dal racconto
del vissuto delle persone che incontra nelle sue narrazioni, dalle cose: i
campanili, piuttosto che il matrimonio ne “Il terremoto del Friuli”, ma anche
la preghiera in “1432 il veneziano che scoprì il baccalà”. Continua nel permeare
i vari incontri con le diverse testimonianze di fede nei libri dedicati a “Un
gentiluomo di fortuna”, passa attraverso il simbolo del capitello dedicato al
madonna in “Destini d’ottobre”, per finire nel rispetto della morte in Medz
Yeghern e Ararat.
E’ una dimensione che vede Paolo, caratterizzarsi
parallelamente a questo filone anche, come narratore del pacifismo, inteso non
come assenza di conflitto, piuttosto una forma di anarchismo, di sentimento
libertario per il diritto al vivere allo stare in quiete tra persone. Nei suoi
libri si manifesta come una dolcezza infinita che non termina, è un sentimento
che si stempera negli accadimenti senza mai scomparire completamente, è un
grido, la denuncia delle ingiustizie, è la pretesa di rispetto è il raccontare
la morte in forma di poesia, è l’accettazione del limite della violenza ma
anche la speranza che possa essere sempre l’ultima volta. Mai un’ipocrita
giustificazione degli eccidi, degli omicidi, delle violenze in qualsiasi forma;
solo risposte come urla, citazioni da Guernica, sguardi, speranza, abbracci,
ritrovamenti e schiena dritta.
Vincenzo Bottecchia,( fumettiasacile@yahoo.it)
luglio 2012
Info:
http://narrabilando.blogspot.it/2012/07/premiazione-del-concorso-fede-strisce.html
http://www.hazardedizioni.it/, ARARAT
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