Narrazioni
in forma di nuvole, la piccola storia del fumetto a Sacile
Doveva essere un contributo per una delle pubblicazioni di
una nota associazione del pordenonese, che stampa ogni anno degli interventi in merito
alle proposte culturali significative della ex provincia.
Nasceva su due livelli, lo sviluppo del fumetto pordenonese
attraverso l’occhio di riguardo dell’esperienza sacilese, da prima un’analisi del
fumetto nel nuovo millennio e succcessivamente le interazioni con un percorso che metteva
insieme, laboratori, corsi, incontri , mostre partendo dai cittadini più
piccoli ed arrivando ai ragazzi delle superiori.
Purtroppo in itinere il percorso a Sacile è stato significativamente ridimensionato,
tanto da non poter essere considerato un modello delle eccellenze culturali, in merito alla nona
arte, nel territorio.
Il contributo è divenuto quindi una riflessione, personale,
su quanto incida e possa incidere un modo di affrontare il “ fare fumetto “ nel
territorio rispettoso delle dinamiche dello stesso e con una proposta che non
sia estemporanea, ma progetta, in modo di far crescere le persone in merito a
questa forma d’arte.
E’ una narrazione, personale sicuramente, ma credo significativa di quanto un certo modo
di proporre il fumetto possa permettere ai giovani, perché su questi contiamo,
di trovare un loro spazio che possa divenire professione a tutto campo.
Introduzione: monti e
pianure, nuvole e matite!!!
Una riflessione in
quanto tale su un “Modello Sacile” nel panorama del fumetto italiano, non è
avulsa da uno sguardo sul fenomeno del fumetto pordenonese e ai grandi
movimenti a livello nazionale.
Volendo esagerare
sarebbe interessante riflettere anche sul mondo del fumetto internazionale, ma
questo oltre ad essere troppo impegnativo per un saggio di queste dimensioni, corre
il rischio di far passare in secondo piano quello che intendo illustrare:
l’importanza di un percorso articolato e strutturato nel tempo che faccia
conoscere ad un pubblico, non specialistico, la dimensione artistica della
forma fumetto.
Questo contributo
vuole analizzare il mondo del fumetto scegliendo di raccontare intanto una
fascia di età quella degli under 40, ma ancor di più quella di raccontare non
tanto le carriere di questo cosmo, che racchiude nelle sue interazioni vicine,
alcuni dei maggiori autori italiani di fumetto, ma che ormai può permettersi di
rappresentare un universo generazionale di autori.
Un rispettoso ricordo
di alcuni di questi testimoni partendo da Giorgio Bordini (1927/1999) autore di
oltre 200 storie per la Disney e incrociando Giancarlo Tenenti, classe 1934,
autore, tra l’altro di MisteX, Zagor, Diabolik, che abbiamo la possibilità di
incontrare a diversi eventi come fieri e presentazioni.
Non dimentichiamo le
colonne del fumetto pordenonese: partiamo da Davide Toffolo fumettista e
musicista, da sempre autore capace di parlare, nelle sue forme di espressione a
lui congeniali, del mondo dell’adolescenza, Emanuele Barison, autore di Alex il
britanno, prolifico autore attivo anche su diversi versanti artistici,
condizione comune a molti autori pordenonesi, lavora per la Disney, Bonelli ed
è uno dei disegnatori di Diabolik. E ancora Romeo Toffanetti, Giulio de Vita,
una delle figure portanti del tentativo di far diventare il fumetto momento di
aggregazione quale mentore dell’esperienza Vastagamma, senza dimenticare
Alessandro Gottardo, in arte Shout, e tanti altri, insomma Pordenone è malgrado le sue dimensioni una realtà viva, frizzante,
creativa, capace di essere modello e laboratorio per l’Italia.
Non me vogliano gli
altri autori che non ho citato, ma il panorama è
così vasto che richiederebbe un
vero “Dizionario del fumetto pordenonese”.
Festival come Cinema
Muto, Pordenone Legge, Dedica e altro, dimostrano che la provincia è il vero
crogiolo di fermenti attivi e originali capaci di incidere sulla realtà anche
su scala molto più ampia della realtà locale.
Quello che voglio
presentare è un insieme di esperienze che hanno visto, in questi anni, autori
del territorio capaci di ritagliarsi un proprio spazio e che si collocano in quella
fascia di età intermedia tra i grandi storici e i giovani emergenti.
Una precisazione di
dovere sul mondo del fumetto, la definizione di autore oggi si è evoluta,
frequente un tempo l’autore completo in quanto sceneggiatore, disegnatore,
colorista è una figura che si sta stemperando, la realtà attuale fa sì che
intorno al mondo del fumetto siano sorte numerose professioni complementari:
Pordenone, in effetti, offre al mercato sceneggiatori, coloristi, editori,
autori completi, disegnatori e quant’altro.
Iniziando dagli anni
90, mentre i futuri professionisti crescevano, si radicavano, diventavano
modelli di stile per Pordenone, in provincia nascevano alcune esperienze che si
proponevano di sviluppare un percorso sul fumetto dal basso.
Si attiva in quel
periodo uno degli eventi sicuramente più interessanti e laboratorio di
prospettiva, all’interno della festa di San Giacomo a Maniago.
Maniago, siamo agli
inizi degli anni 90, tra l’altro era uno delle realtà culturali più
interessanti della provincia di Pordenone, con una Biblioteca molto attiva e un
territorio ricettivo a proposte con la caratteristica di essere particolari e
innovative.
Nasce l’idea, un
pensiero, che lega il fumetto allo sviluppo del territorio, un progetto
complesso basato su una riflessione che riguarda la montagna e la sua perdita
di identità.
Nel 1992 nasceva a
Maniago una prima esperienza organizzata: Fumeron, inizialmente un gruppo di
amici tra cui Andrea Comina e Aldo Mereu e il sottoscritto, poi uno spazio più
organizzato che, per molti anni nella fascia della montagna pordenonese tra
Maniago e Andreis, realizzò e curò molti appuntamenti con il mondo del fumetto.
Parte il primo
concorso di fumetti su tavole Giganti, vetrina ed evento splendido che vede tra
l’altro presenti dei giovanissimi Marco Tonus, Paolo Cossi e tra gli altri,
Giulio De Vita, come presidente di una delle giurie.
Interessantissimo il
contesto che poi sarà ripreso da altre “sagre” in provincia, quello di
affiancare il concorso di fumetto, la mostra eventuale a un evento che possa
fare da traino, in questo caso la sagra.
La formula proposta
ha, da subito, una grossa presa sui partecipanti; ricordiamo siamo in preciso
momento dove i nuovi autori “sgomitavano” per trovare una loro identità e,
comunque, c’era una fascinazione rispetto a formule particolari di performance
artistiche.
Il destrutturare la
pagina, il formato tradizionale del fumetto e portarlo a dimensioni inusuali,
si dimostra una carta vincente; i partecipanti si prestano a questa
provocazione, realizzando dei piccoli/grandi prodotti originali.
Sempre nel 1992,
sull’onda di questo fermento, Maniago diventa sede di una mostra sul mondo
dell’epopea western a fumetti: “Fare west all’italiana”, un excursus su il
mondo del Far West visto dagli autori italiani di fumetto. Nella mostra insieme
a autori classici, trovarono spazio tavole di artisti quali: Davide Toffolo,
Paolo Ongoro ed altri, l’ospite d’onore fu Giancarlo Alessandrini che realizzo
il manifesto dell’evento e presentò alcune tavole i Ken Parker lui realizzate.
E’un momento felice
per le dinamiche del mondo giovanile del territorio pordenonese; ricordiamo che
Pordenone poteva contare su quel grande contenitore che fu lo Stato di Naon
(1986/1993), il locale, laboratorio inimitabile per chi l’ha vissuto e pena per
chi ne ha sentito parlare, uno spazio, tra l’altro, dove molti autori di
fumetto avevano già trovato vetrina.
E’il momento dove
nascono i centri di aggregazione giovanile, dove il binomio agio/ disagio,
viene affrontato dal “Pubblico” cercando di occuparsi in mondo diverso dei
nuovi cittadini prestando attenzione, tra l’altro, al mondo dell’arte, della
creatività, della musica.
Da quel momento
furono molti i piccoli eventi che costellarono il territorio, moltiplicando le
opportunità di incontrare il mondo del fumetto.
Ritornando alla
pianura pordenonese vorrei parlare di un evento che a mio giudizio e comunque
per significato, rappresenta uno spartiacque nelle proposte legate al fumetto.
Ritorniamo alla fine
del 1991 (perdonate l’imprecisa cronologia) siamo a Pordenone ed il fumetto
incontra il mondo del sociale; per i 10 anni di quella che fu una delle più
grandi imprese sociali d’Italia: la Coop Service Noncello, si progetta un
percorso di festeggiamenti che, insieme a momenti di confronto sull’importanza
del lavoro e dell’integrazione sociale delle persone svantaggiate, proponga una
visione “artistica” della mission di una impresa sociale.
Proposi alla
Direzione il coinvolgimento del mondo del fumetto, mettendo insieme dei nomi
importanti del panorama degli autori italiani: Giorgio Cavazzano, Giancarlo
Alessandrini, un giovanissimo Igigno Straffi, ancora lontano dai successi delle
WINX, e ancora Rodolfo Torti e Roberto Dal Pra, che realizzarono delle storie
inedite.
L’evento fu
battezzato “Nuvole per la Coop service Noncello” divenne una mostra e offrì uno
spaccato, come in un portfolio, di una sensibilità diversa sul mondo del
disagio sociale.
Ciliegina sulla torta
dell’evento la splendida storia in forma di racconto fiabesco che Altan, realizzò
come presentazione dell’evento e della cooperativa.
Molte di queste opere
non sono, mai state pubblicate.
Uno dei miei
obiettivi è sempre stato proporre il fumetto nella sua valenza sociale, sia
come forma di racconto di temi importanti, anche scomodi o comunque difficili.
Un altro punto fermo
del mio peregrinare tra vignette e strisce, è quello di portare il fumetto in
contesti locali, piccoli, vicini a quel mondo, i giovani, che credo un
patrimonio di creatività in divenire.
Tornato a casa, dopo
aver creato dei momenti in giro per la provincia, mi sembrò giusto immaginare
un percorso diverso sul fumetto a Sacile.
Nel 1992 il Comune di
Sacile diede il suo appoggio all’ARCI del Friuli Venezia Giulia, che era a
referente di una delle sezioni italiane della Biennale dei giovani Artisti
dell’Europa Mediterranea; Sacile divenne sede delle selezioni per la grafica e
l’illustrazione e poi spazio espositivo di qualità negli spazi del salone degli
affreschi di Palazzo Flangini Biglia. La mostra circolò poi in altri
allestimenti in regione.
Nel 1995, sull’onda
di quel risultato e il consolidamento dell’attenzione all’interno dei progetti
giovani sul fumetto, proposi una prima esperienze di incontro con alcuni autori
negli spazi della Biblioteca e del Centro Giovani Zanca, sempre a Sacile.
Ad aprire le danze
intervenne Giancarlo Alessandrini, che presentò il suo “Uomo di Mosca” un
prodotto che eredita la tradizione dei racconti autoconclusivi proposti nella
collana “Un uomo un’avventura” della Cepim.
Con Davide Toffolo,
siamo nel 1996, sperimentiamo la prima mostra itinerante “A spasso con Piera”,
che coinvolgerà più spazi: centri di aggregazione, librerie, negozi, bar del
sacilese.
E’il primo tentativo
di portare il fumetto fuori dagli spazi “canonici” dove era relegato
(fumetterie, biblioteche), buona la risposta, specialmente quella dei giovani,
anche dei non appassionati al mondo dei comics.
L’anno successivo
realizziamo una mostra di tavole originali, negli spazi della sala del
caminetto di Palazzo Flangini Biglia, dal titolo “Il mondo del fantastico in
Martin Mistere”, con Vincenzo Berretta e Giulio De Vescovi.
Nel 1998 sempre con
il Centro Giovani Zanca, realizziamo il primo questionario sul fumetto rivolto
alle scuole superiori di Sacile e proponiamo l’incontro con Emanuele Barison
presentato da Salvatore Oliva.
Mi sembra giusto
introdurre un inciso, il mondo del fumetto è sempre stato variegato, molti
autori sembrano invisibili, altri li trovi dovunque; è stato il caso del gruppo
di Pupak, una delle autoproduzioni pluripremiate a cavallo del 1997 ed il 2000.
Pupak furono Sara
Pavan, Emanuele Rosso e Paolo Cossi, liceali che si incontrano a Pordenone e
danno vita ad uno degli esperimenti più belli e inimitabili nel mondo delle
autoproduzioni.
Persone che trovavi
alle fiere del fumetto in tutta Italia, con il loro pacco di “giornalini” e non
ti mollavano fino a quando non prendevi una loro pubblicazione.
Anche loro viandanti
che si prestavano a essere presenti a contesti diversi, dove il fumetto potesse
trovare comunque spazio…..fu facile incontrarli e trovare un’affinità.
Sara Pavan in
particolare, sacilese di nascita, cittadina del mondo per vocazione, tenne un
primo corso di fumetto alle scuole elementari, con questo sperimentammo la
possibilità di collaborazione con l’istituzione scolastica e l’opportunità di
raggiungere un pubblico molto al di fuori degli spazi che avevamo usato fino al
quel momento.
V.B.(fine prima parte)
Labels: Aldo Mereu, Andrea Comina, Fumeron, Fumetto, Paolo Cossi, Sacile, Sara Pavan, Vincenzo Bottecchia
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