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Nasce come il blog degli appuntamenti a fumetti che vengono realizzati tra Sacile PN e il resto del mondo , e che hanno come artefici: il circuito di autori e appassionati che gravita tra Fiori nel tunnel, Fumeron , il Progetto Farzine e Cicona Fumetto,nel tempo siamo cambiati ,ed abbiamo aggiunto uno sguardo su quello che si muove in giro . ciao Vincenzo Bottecchia

Wednesday, September 07, 2016

Narrazioni in forma di nuvole, la piccola storia del fumetto a Sacile, uno!


 Narrazioni in forma di nuvole, la piccola storia del fumetto a Sacile
Doveva essere un contributo per una delle pubblicazioni di una nota associazione del pordenonese, che   stampa  ogni anno degli interventi in merito alle proposte culturali significative della ex provincia.
Nasceva su due livelli, lo sviluppo del fumetto pordenonese attraverso l’occhio di riguardo dell’esperienza sacilese, da prima un’analisi del fumetto nel nuovo millennio e succcessivamente le interazioni con un percorso che metteva insieme, laboratori, corsi, incontri , mostre partendo dai cittadini più piccoli ed arrivando ai ragazzi delle superiori.
Purtroppo in itinere il percorso a Sacile  è stato significativamente ridimensionato, tanto da non poter essere considerato un modello delle eccellenze  culturali, in merito alla nona arte,  nel territorio.
Il contributo è divenuto quindi una riflessione, personale, su quanto incida e possa incidere un modo di affrontare il “ fare fumetto “ nel territorio rispettoso delle dinamiche dello stesso e con una proposta che non sia estemporanea, ma progetta, in modo di far crescere le persone in merito a questa forma d’arte.
E’ una narrazione, personale  sicuramente, ma credo significativa di quanto un certo modo di proporre il fumetto possa permettere ai giovani, perché su questi contiamo, di trovare un loro spazio che possa divenire professione a tutto campo.

Introduzione: monti e pianure,  nuvole e matite!!!
Una riflessione in quanto tale su un “Modello Sacile” nel panorama del fumetto italiano, non è avulsa da uno sguardo sul fenomeno del fumetto pordenonese e ai grandi movimenti a livello nazionale.
Volendo esagerare sarebbe interessante riflettere anche sul mondo del fumetto internazionale, ma questo oltre ad essere troppo impegnativo per un saggio di queste dimensioni, corre il rischio di far passare in secondo piano quello che intendo illustrare: l’importanza di un percorso articolato e strutturato nel tempo che faccia conoscere ad un pubblico, non specialistico, la dimensione artistica della forma fumetto.
Questo contributo vuole analizzare il mondo del fumetto scegliendo di raccontare intanto una fascia di età quella degli under 40, ma ancor di più quella di raccontare non tanto le carriere di questo cosmo, che racchiude nelle sue interazioni vicine, alcuni dei maggiori autori italiani di fumetto, ma che ormai può permettersi di rappresentare un universo generazionale di autori.
Un rispettoso ricordo di alcuni di questi testimoni partendo da Giorgio Bordini (1927/1999) autore di oltre 200 storie per la Disney e incrociando Giancarlo Tenenti, classe 1934, autore, tra l’altro di MisteX, Zagor, Diabolik, che abbiamo la possibilità di incontrare a diversi eventi come fieri e presentazioni.
Non dimentichiamo le colonne del fumetto pordenonese: partiamo da Davide Toffolo fumettista e musicista, da sempre autore capace di parlare, nelle sue forme di espressione a lui congeniali, del mondo dell’adolescenza, Emanuele Barison, autore di Alex il britanno, prolifico autore attivo anche su diversi versanti artistici, condizione comune a molti autori pordenonesi, lavora per la Disney, Bonelli ed è uno dei disegnatori di Diabolik. E ancora Romeo Toffanetti, Giulio de Vita, una delle figure portanti del tentativo di far diventare il fumetto momento di aggregazione quale mentore dell’esperienza Vastagamma, senza dimenticare Alessandro Gottardo, in arte Shout, e tanti altri, insomma Pordenone è malgrado le sue dimensioni una realtà viva, frizzante, creativa, capace di essere modello e laboratorio per l’Italia.
Non me vogliano gli altri  autori  che non ho citato, ma il panorama è così vasto  che richiederebbe un vero “Dizionario del fumetto pordenonese”.
Festival come Cinema Muto, Pordenone Legge, Dedica e altro, dimostrano che la provincia è il vero crogiolo di fermenti attivi e originali capaci di incidere sulla realtà anche su scala molto più ampia della realtà locale.
Quello che voglio presentare è un insieme di esperienze che hanno visto, in questi anni, autori del territorio capaci di ritagliarsi un proprio spazio e che si collocano in quella fascia di età intermedia tra i grandi storici e i giovani emergenti.
Una precisazione di dovere sul mondo del fumetto, la definizione di autore oggi si è evoluta, frequente un tempo l’autore completo in quanto sceneggiatore, disegnatore, colorista è una figura che si sta stemperando, la realtà attuale fa sì che intorno al mondo del fumetto siano sorte numerose professioni complementari: Pordenone, in effetti, offre al mercato sceneggiatori, coloristi, editori, autori completi, disegnatori e quant’altro.
Iniziando dagli anni 90, mentre i futuri professionisti crescevano, si radicavano, diventavano modelli di stile per Pordenone, in provincia nascevano alcune esperienze che si proponevano di sviluppare un percorso sul fumetto dal basso.
Si attiva in quel periodo uno degli eventi sicuramente più interessanti e laboratorio di prospettiva, all’interno della festa di San Giacomo a Maniago.
Maniago, siamo agli inizi degli anni 90, tra l’altro era uno delle realtà culturali più interessanti della provincia di Pordenone, con una Biblioteca molto attiva e un territorio ricettivo a proposte con la caratteristica di essere particolari e innovative.
Nasce l’idea, un pensiero, che lega il fumetto allo sviluppo del territorio, un progetto complesso basato su una riflessione che riguarda la montagna e la sua perdita di identità.
Nel 1992 nasceva a Maniago una prima esperienza organizzata: Fumeron, inizialmente un gruppo di amici tra cui Andrea Comina e Aldo Mereu e il sottoscritto, poi uno spazio più organizzato che, per molti anni nella fascia della montagna pordenonese tra Maniago e Andreis, realizzò e curò molti appuntamenti con il mondo del fumetto.
Parte il primo concorso di fumetti su tavole Giganti, vetrina ed evento splendido che vede tra l’altro presenti dei giovanissimi Marco Tonus, Paolo Cossi e tra gli altri, Giulio De Vita, come presidente di una delle giurie.
Interessantissimo il contesto che poi sarà ripreso da altre “sagre” in provincia, quello di affiancare il concorso di fumetto, la mostra eventuale a un evento che possa fare da traino, in questo caso la sagra.
La formula proposta ha, da subito, una grossa presa sui partecipanti; ricordiamo siamo in preciso momento dove i nuovi autori “sgomitavano” per trovare una loro identità e, comunque, c’era una fascinazione rispetto a formule particolari di performance artistiche.
Il destrutturare la pagina, il formato tradizionale del fumetto e portarlo a dimensioni inusuali, si dimostra una carta vincente; i partecipanti si prestano a questa provocazione, realizzando dei piccoli/grandi prodotti originali.
Sempre nel 1992, sull’onda di questo fermento, Maniago diventa sede di una mostra sul mondo dell’epopea western a fumetti: “Fare west all’italiana”, un excursus su il mondo del Far West visto dagli autori italiani di fumetto. Nella mostra insieme a autori classici, trovarono spazio tavole di artisti quali: Davide Toffolo, Paolo Ongoro ed altri, l’ospite d’onore fu Giancarlo Alessandrini che realizzo il manifesto dell’evento e presentò alcune tavole i Ken Parker lui realizzate.
E’un momento felice per le dinamiche del mondo giovanile del territorio pordenonese; ricordiamo che Pordenone poteva contare su quel grande contenitore che fu lo Stato di Naon (1986/1993), il locale, laboratorio inimitabile per chi l’ha vissuto e pena per chi ne ha sentito parlare, uno spazio, tra l’altro, dove molti autori di fumetto avevano già trovato vetrina.
E’il momento dove nascono i centri di aggregazione giovanile, dove il binomio agio/ disagio, viene affrontato dal “Pubblico” cercando di occuparsi in mondo diverso dei nuovi cittadini prestando attenzione, tra l’altro, al mondo dell’arte, della creatività, della musica.
Da quel momento furono molti i piccoli eventi che costellarono il territorio, moltiplicando le opportunità di incontrare il mondo del fumetto.
Ritornando alla pianura pordenonese vorrei parlare di un evento che a mio giudizio e comunque per significato, rappresenta uno spartiacque nelle proposte legate al fumetto.
Ritorniamo alla fine del 1991 (perdonate l’imprecisa cronologia) siamo a Pordenone ed il fumetto incontra il mondo del sociale; per i 10 anni di quella che fu una delle più grandi imprese sociali d’Italia: la Coop Service Noncello, si progetta un percorso di festeggiamenti che, insieme a momenti di confronto sull’importanza del lavoro e dell’integrazione sociale delle persone svantaggiate, proponga una visione “artistica” della mission di una impresa sociale.
Proposi alla Direzione il coinvolgimento del mondo del fumetto, mettendo insieme dei nomi importanti del panorama degli autori italiani: Giorgio Cavazzano, Giancarlo Alessandrini, un giovanissimo Igigno Straffi, ancora lontano dai successi delle WINX, e ancora Rodolfo Torti e Roberto Dal Pra, che realizzarono delle storie inedite.
L’evento fu battezzato “Nuvole per la Coop service Noncello” divenne una mostra e offrì uno spaccato, come in un portfolio, di una sensibilità diversa sul mondo del disagio sociale.
Ciliegina sulla torta dell’evento la splendida storia in forma di racconto fiabesco che Altan, realizzò come presentazione dell’evento e della cooperativa.
Molte di queste opere non sono, mai state pubblicate.
Uno dei miei obiettivi è sempre stato proporre il fumetto nella sua valenza sociale, sia come forma di racconto di temi importanti, anche scomodi o comunque difficili.
Un altro punto fermo del mio peregrinare tra vignette e strisce, è quello di portare il fumetto in contesti locali, piccoli, vicini a quel mondo, i giovani, che credo un patrimonio di creatività in divenire.
Tornato a casa, dopo aver creato dei momenti in giro per la provincia, mi sembrò giusto immaginare un percorso diverso sul fumetto a Sacile.
Nel 1992 il Comune di Sacile diede il suo appoggio all’ARCI del Friuli Venezia Giulia, che era a referente di una delle sezioni italiane della Biennale dei giovani Artisti dell’Europa Mediterranea; Sacile divenne sede delle selezioni per la grafica e l’illustrazione e poi spazio espositivo di qualità negli spazi del salone degli affreschi di Palazzo Flangini Biglia. La mostra circolò poi in altri allestimenti in regione.
Nel 1995, sull’onda di quel risultato e il consolidamento dell’attenzione all’interno dei progetti giovani sul fumetto, proposi una prima esperienze di incontro con alcuni autori negli spazi della Biblioteca e del Centro Giovani Zanca, sempre a Sacile.
Ad aprire le danze intervenne Giancarlo Alessandrini, che presentò il suo “Uomo di Mosca” un prodotto che eredita la tradizione dei racconti autoconclusivi proposti nella collana “Un uomo un’avventura” della Cepim.
Con Davide Toffolo, siamo nel 1996, sperimentiamo la prima mostra itinerante “A spasso con Piera”, che coinvolgerà più spazi: centri di aggregazione, librerie, negozi, bar del sacilese.
E’il primo tentativo di portare il fumetto fuori dagli spazi “canonici” dove era relegato (fumetterie, biblioteche), buona la risposta, specialmente quella dei giovani, anche dei non appassionati al mondo dei comics.
L’anno successivo realizziamo una mostra di tavole originali, negli spazi della sala del caminetto di Palazzo Flangini Biglia, dal titolo “Il mondo del fantastico in Martin Mistere”, con Vincenzo Berretta e Giulio De Vescovi.
Nel 1998 sempre con il Centro Giovani Zanca, realizziamo il primo questionario sul fumetto rivolto alle scuole superiori di Sacile e proponiamo l’incontro con Emanuele Barison presentato da Salvatore Oliva.
Mi sembra giusto introdurre un inciso, il mondo del fumetto è sempre stato variegato, molti autori sembrano invisibili, altri li trovi dovunque; è stato il caso del gruppo di Pupak, una delle autoproduzioni pluripremiate a cavallo del 1997 ed il 2000.
Pupak furono Sara Pavan, Emanuele Rosso e Paolo Cossi, liceali che si incontrano a Pordenone e danno vita ad uno degli esperimenti più belli e inimitabili nel mondo delle autoproduzioni.
Persone che trovavi alle fiere del fumetto in tutta Italia, con il loro pacco di “giornalini” e non ti mollavano fino a quando non prendevi una loro pubblicazione.
Anche loro viandanti che si prestavano a essere presenti a contesti diversi, dove il fumetto potesse trovare comunque spazio…..fu facile incontrarli e trovare un’affinità.
Sara Pavan in particolare, sacilese di nascita, cittadina del mondo per vocazione, tenne un primo corso di fumetto alle scuole elementari, con questo sperimentammo la possibilità di collaborazione con l’istituzione scolastica e l’opportunità di raggiungere un pubblico molto al di fuori degli spazi che avevamo usato fino al quel momento.
V.B.(fine prima parte)

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